Se non modificano significativamente il bando, la cosa sensata, alla portata di tutti e a costo zero, sarebbe disertare la VQR, rifiutandosi sia di ‘sottomettere’ (così si dice oggi, ahimè) i propri ‘prodotti’, sia di dare la propria disponibilità a valutare quelli degli altri. La cosa avrebbe senso, naturalmente, se praticata di concerto, e in massa (da tanti, se non proprio da tutti). Ma siamo una categoria strana, piena di sensi di colpa, sui quali fa leva il ‘discorso’ (ad alto tasso di persuasività) della ‘valutazione’ (premiamo i meritevoli, puniamo i fannulloni, rendiamo conto alla collettività di come vengono utilizzati i quattrini che essa investe in Università e Ricerca), per cui immagino (temo) che non se ne farà niente.
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